Mangiare per vivere o vivere per mangiare?

L’INGANNO DELLA SOPRAVVIVENZA

Sin da quando siamo ancora in fasce, ci viene insegnato che mangiare è necessario alla sopravvivenza e che, se non ci si alimenta con regolarità, si muore di inedia.
Non abbiamo (quasi) neanche cominciato a respirare… che il cibo s’impossessa di noi e rapidamente si trasforma in una droga.
Talmente potente da condizionare tutta la nostra esistenza!

ALLATTAMENTO E INTIMITÁ

mamma che allatta

Dopo la nascita, la dimensione protetta che ha caratterizzato la vita intrauterina, va perduta e il neonato si ritrova improvvisamente alle prese con il caldo e con il freddo, con il silenzio e con i rumori, con le sensazioni epidermiche e con quelle interne al corpo… e con una terribile solitudine, perché la mamma non è più così presente come quando insieme formavano una cosa sola.
Per fortuna, a ricreare quell’avvolgente sensazione di unione provvede l’allattamento!
Durante le poppate il piccolo ritrova (almeno in parte) la fusione con il corpo materno e sperimenta nuovamente la totalità che esisteva prima della nascita.
Nella nostra frenetica vita moderna, però, quello è spesso anche l’unico momento d’intimità concesso alla madre e al bambino.
Gli orari di lavoro, la gestione della casa, l’accudimento di altri fratellini e un certo tipo di pedagogia (nera)… distolgono l’attenzione della mamma, impedendole quella dedizione totale di cui ogni nuovo nato ha bisogno per superare positivamente il trauma della nascita.
Queste considerazioni, naturalmente, valgono soltanto per la nostra specie. Umana.
Gli animali dedicano ai loro cuccioli un tempo totalizzante e di appartenenza reciproca che le mamme umane, per assolvere le tante richieste della società, sono costrette a delegare a nonni, baby sitter e asili nido.
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