Migliorare le energie collegandosi alle emozioni superiori

Spesso  rifletto sull’importanza della qualità energetica che amministriamo e che ci serve per compiere azioni di vita nel mondo materiale, questa energia può esser emolto migliorata se ci connettiamo con l’essenza del “Divino “che è in noi e se riusciamo a vedere il “Divino “nel nostro prossimo.

Quando riusciamo a ricreare un “assenza di giudizio” e critica, nella condizione di soddisfazione completa nel tempo presente anche solo per qualche minuto potremmo dire di aver imboccato la strada giusta per migliorare noi stessi e il mondo circostante

Emozioni superiori

Casa alberoLavorando su di sé in maniera onesta si giungerà prima o poi a cogliere l’emozione sul nascere e a sostituirla con un impeto d’amore. Allora quando sentiremo un insulto provenire da qualcuno, noi saremo svegli e presenti, pronti a spostare il nostro centro di consapevolezza nel Cuore per cogliere lo stimolo esterno attraverso i nostri nuovi sensi, provando così una nuova emozione superiore, qualcosa che appartiene alla sfera della Gioia e dell’amore invece che alla sfera della rabbia e dell’angoscia.

 

Questa è la trasmutazione del piombo in oro, la realizzazione della Grande Opera: un’emozione negativa viene colta all’origine e attraverso un atto di volontà/amore viene immediatamente trasmutata in perdono, compassione, commozione… Un Uomo Nuovo fa sentire i suoi primi vagiti. Il binario attraverso cui fino a oggi abbiamo colto qualcosa che credevamo sbagliato, diviene immediatamente canale di conoscenza del Cuore, il ‘centro emotivo superiore’, il nostro Lapis Philosophorum; l’emozione negativa in un istante si trasmuta in emozione superiore e a noi si spalanca la Bellezza nascosta in quello che prima interpretavamo falsamente come un insulto.

 

Abbiamo conosciuto attraverso il Cuore. L’amore ha prevalso sulla separatività. Per la prima volta abbiamo deciso con consapevolezza di conoscere attraverso l’amore invece che per mezzo della mente e ci si è dischiuso uno spicchio di realtà. Abbiamo il controllo sul « demone » di quell’emozione: egli è ora ai nostri ordini e noi non lo siamo più ai suoi. Nuovi poteri magici sono in nostro possesso. Se vogliamo che ciò avvenga sempre più spesso dobbiamo assaporare con tutto il nostro essere questi momenti. Dobbiamo nutrirci di queste emozioni superiori. Fare in modo che rimangano registrate dentro di noi. In seguito sarà impossibile cercare di descriverle con la mente, ma i nostri atomi ricordano… e ricordano bene.

 

Il Cuore nulla ha da spartire con il sentimentalismo; esso è l’organo dell’intelligenza, facoltà esclusivamente spirituale, non mentale. Il Cuore è l’« intelletto d’amore », per usare un’espressione dantesca, e ci dà la conoscenza oltre l’illusione, ci consente di intuire e di creare. Il Cuore ci rende geni. Le emozioni superiori non possono però venire affrontate come le altre fasi del processo alchemico. Mentre all’inizio l’aspirante, sia esso maschio o femmina, si getta nel lavoro in maniera irruente, pronto a qualsiasi sforzo, con l’intento di « cavalcare la Tigre », adesso è tempo di cambiare atteggiamento. Il maschile deve fondersi con il femminile a formare l’« androgino ».

 

L’emozione superiore non può essere provocata con lo sforzo e con il desiderio, essa può unicamente venire attesa in uno stato di raccoglimento interiore e accolta nel momento in cui giunge. L’apertura del Cuore implica uno stato passivo, negativo e ricettivo: il Regno dei Cieli non viene più penetrato, bensì accolto nel proprio « utero ». Ciò non significa che il Mago debba rinunciare alle sue caratteristiche di guerriero – tutt’altro – ma solo che egli combatterà con un’irruenza maschile sostenuta da un’energia femminile entrostante. La sua lotta esteriore sarà una danza interiore. Quanto detto non comporta alcuna differenza fra l’alchimista maschio e l’alchimista femmina, in quanto si sta trattando di energie e non di aspetto fisico.

 

Un Cuore aperto rappresenta una incredibile e preziosa forza, capace da sola di dare origine a una “nuova vita”, quale è appunto il corpo dell’anima. Come si è già detto il Cuore è insieme causa ed effetto della trasmutazione. Le emozioni superiori sono la conseguenza della cristallizzazione del corpo dell’anima, ma allo stesso tempo ne sono la causa: ogni attimo di commozione, ogni esplosione di Gioia o impulso al perdono costruiscono il « corpo di gloria ». Quando noi cominciamo a padroneggiare le energie interiori invece che essere i loro burattini, possiamo accumularle e poi indirizzarle coscientemente all’esterno. I « demoni » sono sotto i nostri piedi.

 

L’insegnamento, la guarigione, l’attività artistica e la lotta contro le forze involutive presenti sui piani sottili sono le principali vie attraverso cui si possono veicolare tali energie. Allora evolviamo alla velocità della luce e acquisiamo poteri sovranaturali straordinari. Diveniamo cioè veri Maghi.

 

L’uomo che riesce a vincere e ad acquistare potere sulla propria personalità (tradizionalmente simboleggiata dal Serpente o dal Drago) può vincere anche sulle leggi della natura: guarigione da ogni malattia, sospensione dell’invecchiamento, chiaroveggenza, telepatia, preveggenza, immortalità, capacità di viaggiare in astrale, trasmutazione dei metalli ecc.

 

In conclusione vorremmo rammentare ciò che è stato detto all’inizio del capitolo “Le emozioni negative”, dove facevamo notare che la costruzione del corpo dell’anima e l’identificazione con il Sé si conseguono attraverso due vie:


1) trasmutando le emozioni negative, che ci sottraggono energia e fino a oggi hanno preso il posto delle emozioni superiori;


2) nutrendosi di emozioni superiori, cioè, in ultima analisi, di ogni sfumatura dell’amore.

 

Le vie vanno intraprese entrambe perché sono interdipendenti. Una non ha senso senza l’altra.
Il primo « fuoco » a disposizione dell’alchimista è quello del ricordo di sé, il quale permette di aprire con violenza una breccia nell’addormentamento umano e di creare il giusto attrito fra l’innata tendenza a dormire della macchina biologica e il desiderio di risveglio dell’anima. Il secondo « fuoco » è quello dell’amore: questo è il fuoco più potente, quello che brucia ogni scoria e permette la completa trasmutazione del piombo in oro.

La via delle emozioni superiori implica anche il nutrirsi di arte, ogni genere di arte che si ritiene sia in grado di elevare le nostre vibrazioni e di aiutare l’apertura del Cuore – fruire dell’arte ma anche produrre arte. Nutrirsi di emozioni superiori significa pure ricercarle nella vita quotidiana: nei gesti, nelle parole e negli sguardi degli altri. Tutti noi siamo già capaci di provare delle emozioni superiori, ma questi brevi istanti vengono spesso soffocati dalle emozioni negative e si confondono con esse (l’amore che diventa gelosia, la compassione che diventa pietà, la potenza che diventa orgoglio…), oppure passano inosservati e classificati come sporadici ‘momenti di commozione’.

 

Incredibilmente molti si vergognano dei momenti di commozione oppure credono che perdonare qualcuno sia una manifestazione di debolezza anziché di estrema forza. Invece è indispendabile al lavoro alchemico abituarsi a vivere nel perdono e nella compassione mantenendole vive e coltivandole come preziosi gioielli. Un’emozione superiore è effetto dell’apertura del Cuore e causa di ulteriore apertura del Cuore. Una sola emozione superiore provata davanti a un quadro, a una melodia o alla malattia di qualcuno, vale quanto anni di faticoso lavoro su di sé.

 

Calbero universalehi vuole accelerare il proprio progresso dovrebbe tener conto di ciò. Spesso infatti si impiegano tutte le proprie energie nel lavoro di trasmutazione delle emozioni negative condotto con impegno, giorno dopo giorno e poi ci si lascia sfuggire l’occasione di compiere in una volta sola una trasmutazione di proporzioni eccezionali semplicemente abbandonandosi alla commozione di fronte a un’opera d’arte o perdonando qualcuno che, a nostro parere, ci ha fatto un torto. Le emozioni superiori non ci sono quindi sconosciute, ma nell’uomo comune sono sporadiche e affidate al caso. Il lavoro su di sé consente di provocarle coscientemente ogni qualvolta lo si vuole, fino al punto di poter guardare ogni cosa attraverso i loro occhi.

 

Il presente articolo è frutto di approfondimenti sia letterari sia pratici, ma il cardine della sua strutturazione è basato sul testo “Officina Alkemica” di Salvatore Brizzi, che illustra l’Alchimia e le sue pratiche con un linguaggio semplice e chiaro, e di cui si consiglia vivamente la lettura.
Ispirato e tratto da: visionealchemica